martedì 31 dicembre 2013

Stanze aperte, occhi chiusi



Stanze aperte, occhi chiusi


A partire dal  22 dicembre è  stato in proiezione il docufilm “Le stanze aperte” di Francesco e Maurizio Giordano, girato quasi interamente all’interno dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli – Carcere di Secondigliano- Scampia. Gli autori, co-produttori del film, hanno deciso  di sottoporlo al pubblico in tre date diverse, ospitati nei quartieri del Vomero alto, del centro Vomero e di Scampia-Melito. In tutte e tre le occasioni, il film ha riscosso grande successo in un pubblico sicuramente variegato ma sempre interessato alle domande che il film pone allo spettatore. Sicuramente su tutti spicca l’opinione del Console di Francia Christian Thimonier che ha affermato che un buon film è, a suo parere, quello che cambia lo spettatore  e che a lui è capitato proprio questo. Forse un buon film è anche quello che cambia un autore e gli consente di migliorarsi riattivandone la creatività, dandogli gli stimoli giusti per continuare a realizzare testi per immagini, spingendolo a perseguire l’idea che il cinema è una straordinaria “scuola di cultura”. Le stanze si sono aperte ma molti occhi non hanno visto il film: in particolare “il popolo della rete” a cui anche noi abbiamo accesso e che ci consente di comunicare le nostre attività in modo rapido ed ampio. Stavolta la rete non ha quasi raccolto il nostro invito alle proiezioni, poiché la rete “non esiste”, è anonima, evita il contatto e pertanto non si sente responsabilizzata, spinge a dire Mi piace con la leggerezza del vento e, cosa più grave di tutte, convince che i contatti sono altrettanti amici.
Personalmente non sono su facebook e non mi va di esserci, non credo mi serva a livello individuale, non sono sicura che per un’insegnante sia una buona idea. Credo nei meriti dei social network, ma anche che non bastino ad una società complessa come la nostra, che ha invece bisogno di ritrovare se stessa attraverso l’elaborazione di reti “reali” da tessere per ricostruire, sulle macerie, il vecchio mondo dei valori e delle ideologie. Inoltre è a livello individuale che il “social” non sempre ci può stare, poiché rischia di diventare il surrogato di sfoghi, confidenze, litigi o fraintendimenti che a nulla e a nessuno giovano. Credo invece che sia il momento di aprire, oltre alle stanze della mente, i nostri occhi sul mondo e cercare di vedere in superficie e guardare nel profondo di un tempo e di un luogo che sta perdendo la sua umanità.


domenica 23 giugno 2013

Emozioni sul futuro



EMOZIONI  SUL FUTURO

“La meglio gioventù” ci ricorda le poesie di Pasolini come il film di M.T. Giordana: in entrambi i casi un pezzo di vita italiana raccontata con estro e sensibilità. La meglio gioventù è quella stessa che si è esibita sul palcoscenico del Teatro Salesiano “Salvo d’Acquisto” di Napoli lo scorso 24 maggio nell’ambito di Emozionart 2013 promossa dall’Associazione Giovani del Sud. Abile organizzatore e conduttore  della manifestazione il giornalista e autore TV Lello La Pietra, presidente dell’Associazione e Direttore responsabile del portale Giovani del Sud. 






Tanti giovanissimi e tante canzoni, insieme a vestiti, tacchi, tatuaggi, trucco e parruco dai colori più accesi. Grandi solidarietà attendendo il proprio turno, tifo entusiasta per i propri amici d’avventura, tanti sogni in un cassetto temporaneamente aperto su quel palcoscenico: i giovani che si sono esibiti trasmettevano tutti amore per la musica e per l’interpretazione, insieme alla capacità di trascinare il pubblico presente come all’interno di una “quarta dimensione”. Goethe ha scritto: “Il ritmo ha qualcosa di magico; ci fa perfino credere che il sublime ci appartenga”: probabilmente è questo che attira tanto i giovani verso la musica che  fa sognare e che consola, che tiene compagnia  allentando la solitudine, che accompagna un amore o è testimone di un dolore. Grazie a manifestazioni come Emozionart i giovani possono rinnovare il proprio “patto di sangue” con la musica  e rilanciarlo al mondo degli adulti che al contrario, sempre più incapaci di sognare, stentano ad apprezzarne le qualità. “Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante?” Emozionart 2013 ha di sicuro accolto il monito di Eduardo Galeano e lo ha rilanciato a tutti coloro che non credono che i giovani possano rappresentare un esempio in questo nostro “vecchio” tempo.

venerdì 14 giugno 2013

Anonimi mondi


ANONIMI MONDI

Giovedì 13 giugno 2013, presso l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario (O.P.G.) di Napoli, all’interno del carcere di Secondigliano, alla presenza di un pubblico variegato e selezionato per ovvi motivi, è stato proiettato in anteprima assoluta il film di Francesco e Maurizio Giordano Le stanze aperte. Un lavoro lunghissimo di conoscenza, formazione, scambio di esperienze, incrocio di emozioni e di umanità all’interno di un mondo anonimo che, grazie ai due giovani registi, vuole farsi conoscere, raccontare e rappresentare, tra realtà e finzione, la vita quotidiana e i drammi eterni di chi vive l’internamento in un  ospedale psichiatrico riservato a chi ha commesso reati e perciò deve scontare la sua pena. Mi sono trovata per caso, coinvolta nelle prime fasi di un bellissimo progetto che Francesco e Maurizio hanno realizzato all’O.P.G. per circa sei mesi dello scorso anno: ho collaborato alle idee,  alla sceneggiatura e all’organizzazione delle riprese con crescente entusiasmo. Ho scoperto competenze che non pensavo di avere anche se frequento il mondo dei filmakers già da un po’ di tempo e posso ormai definirmi un’appassionata del testo per immagini. Mi sono avvicinata al mondo della follia molti anni fa e per motivi familiari: quello che ancora mi turba sono l’anonimato e la solitudine. Dopo la proiezione del film abbiamo avuto tante manifestazioni di stima  e apprezzamento per il lavoro svolto, in particolare alcuni spettatori ci hanno ringraziato per aver fatto conoscere loro una realtà che non pensavano esistesse e a cui la loro coscienza civile non avrebbe mai più potuto sottrarsi. Ringrazio questi amici, soprattutto mio marito Francesco Giordano, perché ha creduto in me prima di me, perché ha richiesto la mia professionalità e l’ha “piegata” al linguaggio del cinema, perché ha voluto condividere proprio con me questa esperienza così forte ed emotivamente estenuante, perché insieme abbiamo realizzato qualcosa di veramente bello che non è solo il film, ma l’occasione di “aprire le stanze” per “far uscire” insieme a noi, anche solo in una creazione fantastica, storie e volti dimenticati come quello di Ignazio, Roberto, Andrea, Donato, Maurizio, Leopoldo, Luca, Daniele, Ciro, Salvatore,  Alfonso.
Per chi volesse saperne di più vale la pena di navigare sul sito del film www.lestanzeaperte.it e sul Blog  “Amici dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Napoli.


venerdì 31 maggio 2013

"I giorni dell'arcobaleno"

Riparte il Blog con un breve testo di Eduardo Galeano, scrittore e giornalista uruguaiano, che potrebbe interessare chi, nonostante tutto, non ha perso la capacità di sognare..........


“Benché non possiamo indovinare il tempo che sarà, possiamo avere almeno il diritto di immaginare come desideriamo che sia. Le Nazioni Unite hanno proclamato le grandi liste dei diritti umani: tuttavia la stragrande maggioranza dell’umanità non ha altro che il diritto di vedere, udire e tacere. Che direste se cominciassimo a praticare il mai proclamato diritto di sognare? Che direste se delirassimo per un istante? Puntiamo lo sguardo oltre l’infamia, per indovinare un altro mondo possibile: l’aria sarà pulita da tutto il veleno che non venga dalle paure umane e dalle umane passioni; nelle strade, le automobili saranno schiacciate dai cani; la gente non sarà guidata dalla automobile, non sarà programmata dai calcolatori, né sarà comprata dal supermercato, né osservata dalla televisione; la gente lavorerà per vivere, invece di vivere per lavorare; ai codici penali si aggiungerà il delitto di stupidità che commettono coloro che vivono per avere e guadagnare, invece di vivere unicamente per vivere, come il passero che canta senza saper di cantare e come il bimbo che gioca senza saper di giocare; gli economisti non paragoneranno il livello di vita a quello di consumo, ne' paragoneranno la qualità della vita alla quantità delle cose; i cuochi non crederanno che alle aragoste piaccia essere cucinate vive; gli storici non crederanno che ai paesi piaccia essere invasi; i politici non crederanno che ai poveri piaccia mangiare promesse; la solennità non sarà più una virtù, e nessuno prenderà sul serio chiunque non sia capace di prendersi in giro; nessuno sarà considerato eroe o tonto perché fa quel che crede giusto invece di fare ciò che più gli conviene; il mondo non sarà più in guerra contro i poveri, ma contro la povertà, e l’industria militare sarà costretta a dichiararsi in fallimento; il cibo non sarà una mercanzia, né sarà la comunicazione un affare, perché il cibo e la comunicazione sono diritti umani; nessuno morirà di fame, perché nessuno morirà d’indigestione; i bambini di strada non saranno trattati come spazzatura, perché non ci saranno bambini di strada; i bambini ricchi non saranno trattati come fossero denaro, perché non ci saranno bambini ricchi; l’educazione non sarà il privilegio di chi può pagarla; la polizia non sarà la maledizione di chi non può comprarla; la giustizia e la libertà, gemelli siamesi condannati alla separazione, torneranno a congiungersi, ben aderenti, schiena contro schiena; la perfezione continuerà a essere il noioso privilegio degli dei; però, in questo mondo semplice e fottuto, ogni notte sarà vissuta come se fosse l’ultima e ogni giorno come se fosse il primo”.