giovedì 7 giugno 2012

"Preghiera per uno che si è perso"


Questo Blog comincia a piacermi…..

 Per tutte le volte in cui ci sembrerà di aver ”perso la strada”rileggiamo da OCEANO MARE di A. Baricco la “Preghiera per uno che si è perso, e dunque, a dirla tutta, preghiera per me.

Signore Buon Dio,
abbiate pazienza
sono di nuovo io.

Dunque, qui le cose vanno bene,
chi più chi meno, ci si arrangia,
in pratica, si trova sempre il modo,
il modo di cavarsela, voi mi capite,
insomma, il problema non è questo.
Il problema sarebbe un altro,
se avete la pazienza di ascoltare
di ascoltarmi
di.
Il problema è questa strada, bella strada
questa strada che scorre e soccorre
ma non scorre dritta come potrebbe
e nemmeno storta come saprebbe,
no.
Curiosamente si disfa.
Credetemi (per una volta credete voi a me)
si disfa.
Dovendo riassumere dovendo,
se ne va un po’ di qua e un po’ di là
presa da improvvisa libertà.
Chissà.
Adesso, non per sminuire, ma dovrei spiegarvi questa cosa, che è cosa da uomini, e non è cosa da Dio, di quando la strada che si ha davanti si disfa, si perde, si sgrana, si eclissa, non so se avete presente, ma è facile che non abbiate presente, è una cosa da uomini, in generale, perdersi. Non è roba da Voi. Bisogna che abbiate pazienza e mi lasciate spiegare. Faccenda di un attimo. Innanzitutto non dovete farvi fuorviare dal fatto che, tecnicamente parlando, non si può negarlo, questa strada che corre scorre soccorre, sotto le ruote di questa carrozza, effettivamente, volendo attenersi ai fatti, non si disfa affatto. Tecnicamente parlando. Continua dritta, senza esitazioni, neanche un timido bivio, niente. Dritta come un fuso. Lo vedo da me. Ma il problema, lasciatevelo dire, non sta qui. Non è di questa strada, fatta di terra e polvere e sassi, che stiamo parlando. La strada in questione è un’altra. E corre non fuori, ma dentro. Qui dentro. Non so se avete presente: la mia strada. Ne hanno tutti una, lo saprete anche voi, che, tra l’altro, non siete estraneo al progetto di questa macchina che siamo, tutti quanti, ognuno a modo suo. Una strada dentro, ce l’hanno tutti, cosa che facilita, per lo più, l’incombenza di questo viaggio nostro, e solo raramente, la complica. Adesso è uno di quei momenti che la complica. Volendo riassumere volendo, è quella strada, quella dentro, che si disfa, si è disfatta, benedetta, non c’è più. Succede. Credetemi. E non  è una cosa piacevole. No.(……………..)
Come vedete, non è che io non abbia le idee chiare, le ho chiarissime ma solo fino a un certo punto della questione. So perfettamente qual è la domanda. E’ la risposta che mi manca. Corre, questa carrozza, e io non so dove. Penso alla risposta, e nella mia mente diventa buio.
Così questo buio
io lo prendo e lo metto
nelle vostre mani.
E vi chiedo
Signore Buon Dio
di tenerlo con voi
un’ora soltanto,
tenervelo in mano
quel tanto che basta
per scioglierne il nero
per sciogliere il male
che fa nella testa quel buio
e nel cuore quel nero,
vorreste?
Potreste anche solo chinarvi
guardarlo
sorriderne
aprirlo
rubargli una luce e lasciarlo cadere
che tanto a trovarlo ci penso poi io
a vedere dov’è.
Una cosa da nulla per voi,
 così grande per me.
Mi ascoltate
Signore Buon Dio?
Non è chiedervi tanto chiedervi se.
Non è offesa sperare che voi.
Non è sciocco illudersi di.
E’ poi solo una preghiera,
è un modo di scrivere il profumo dell’attesa.
Scrivete voi, dove volete,
il sentiero che ho perduto.
Basta un segno, qualcosa, un graffio leggero
sul vetro di questi occhi
che guardano senza vedere,
io lo vedrò.
Scrivete sul mondo una sola parola scritta per me,
la leggerò.
Sfiorate un istante di questo silenzio,
lo sentirò.
Non abbiate paura,
io non ne ho.

E scivoli via questa preghiera
Con la forza delle parole
Oltre la gabbia del mondo
Fino a chissà dove.
Amen.”                                                                                             

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